Il rabarbaro è una pianta erbacea perenne che a torto è poco diffusa negli orti della nostra penisola. Coltivare il rabarbaro però è piuttosto semplice, sia nell’orto che in giardino. Il rabarbaro è una pianta precoce e costituisce uno dei primi raccolti che si possono effettuare nell’orto all’inizio della bella stagione.

 La pianta del rabarbaro

Il rabarbaro appartiene alla famiglia delle Polygonacee e al genere Reum di cui esistono più di 60 varietà. Le più coltivate sono Reum palmatum – detto rabarbaro cinese – da cui si raccolgono i rizomi, noti per le loro spiccate proprietà medicinali, e il Reum officinale coltivato prevalentemente per i suoi piccioli.

La pianta del rabarbaro è un’erbacea poliennale che forma una grossa radice fittonante; da questo rizoma parte l’apparato radicale secondario e su di esso sono presenti le gemme da cui nascono coste e foglie. Si trova diffusa selvatica in tutta Europa, Italia compresa, e parte dell’Asia, il rabarbaro selvatico è commestibile proprio come quello che possiamo coltivare, selezionato per avere gambi di miglior pezzatura.

I gambi di rabarbaro assumono un colore tra il verde chiaro e il rosso acceso, ma possono essere anche bianchi o giallastri a seconda della varietà, mentre le foglie sono di ampie dimensioni e di color verde smeraldo. La quantità di acido ossalico nelle foglie le rende non commestibili, mentre le coste si possono mangiare senza controindicazione.

Nel mese di aprile il rheum emette uno scapo floreale che si alza come pennacchio, per poi rivelare un’esplosione di fiorellini bianchi. Il fiore lascia posto poi al frutto, piccole noci che contengono i semi.

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Si tratta di una pianta di bell’aspetto, soprattutto per via del colore vivace dei fusti e delle grandi dimensioni del fiore, interessante da inserire in appezzamenti coltivati e utilizzata spesso anche con finalità ornamentale e non solo per la commestibilità delle coste: non sfigura quindi in giardino.

La coltivazione del rabarbaro

Ma come coltivare il rabarbaroDal punto di vista della coltivazione il rabarbaro è una pianta poliennale, che non deve essere seminata ogni anno e che richiede pochissime cure. Produce per un buon periodo dell’anno, in particolare nelle zone a clima mite. Il suolo deve essere ben lavorato in profondità, abbastanza fertile e sciolto: a tal proposito consigliamo l’utilizzo di letame maturo o stallatico pellettato.

È essenziale evitare terreni che generano ristagni idrici, perché possono causare marciumi o malattie fungine. Per quanto riguarda la gestione delle erbe infestanti non dovrebbero sorgere grandi problemi perché l’accrescimento del cespo e lo sviluppo di grandi foglie ne impediscono il proliferare.

L’irrigazione è necessaria solo nel periodo estivo e in seguito a periodi di secco prolungato. Nel periodo primaverile però dobbiamo occuparci del taglio dello scapo floreale: la sua fioritura è ornamentale ma impedisce la corretta formazione di coste e foglie, togliendone le energie per la crescita.

Quando raccogliere rabarbaro?

Le parti edibili del rabarbaro sono le coste, che si raccolgono in modo graduale a partire dal secondo anno, tra aprile e ottobre. Per essere raccolte, le coste devono essere ben sviluppate, con un aspetto carnoso e rossiccio; per non danneggiare la pianta durante le operazioni di raccolta, si consiglia di effettuare dei movimenti di torsione verso il basso.